Pianta della famiglia delle
Buxaceae, distribuita in Europa meridionale ed in Africa settentrionale, nella
parte mediterranea. In Italia è spontanea nelle Alpi centro-occidentali e
nell'Appennino settentrionale, nelle zone submontane e
subalpine.
Viene frequentemente coltivata nei
parchi e nei giardini per comporre siepi che sopportano molto bene la
potatura.
GENERALITÀ
Specie
arbustiva sempreverde, a lento sviluppo, fittamente ramificata, che può
raggiungere al massimo un'altezza di 2-3 m. Le foglie sono opposte, cortamente
picciolate, di forma ovale o oblunga, ad apice ottuso o leggermente incavato. Il
margine della foglia è appena ripiegato verso il basso. La pagina
superiore è liscia e lucida, di aspetto coriaceo, quella inferiore
è più chiara e opaca.
I fiori,
riuniti in infiorescenze fascicolari all'ascella delle foglie, sono divisi in
maschili e femminili, entrambi di dimensioni assai ridotte e perciò
sfuggono ad una osservazione superficiale.
I frutti
sono delle piccole capsule ellissoidali contenenti alcuni semi neri
lucenti.
Per uso terapeutico si impiega la
corteccia dei rami, le foglie e il legno.
Siepi di bossoIMPIEGO
TERAPEUTICO
Pianta ben nota agli antichi Greci e
Romani e forse fin dal neolitico per il suo legno tenace e duro, più
pesante dell'acqua, non fu impiegata per scopi terapeutici che dopo il
Medioevo.
Allora si conobbero le proprietà
sudorifere, depurative febbrifughe e colagoghe della corteccia e le
proprietà purgative delle foglie.
La
corteccia fu utilizzata per lungo tempo in sostituzione della china per curare
le febbri periodiche e la malaria, riuscendo dove la stessa china non dava
più evidenze di azione, o potenziandone l'azione
medesima.
Oltre a queste indicazioni ristrette,
oggi non più attuali, per la scomparsa della malaria, almeno nei nostri
Paesi europei, il bosso è un febbrifugo generale che si può
utilizzare come ipotermizzante in tutte le manifestazioni febbrili dipendenti da
stati influenzali primaverili e autunnali.
Il bosso
foglie è attivo nelle affezioni reumatiche croniche, nella gotta e come
purgante negli imbarazzi intestinali e nella
stitichezza.
Il legno inoltre sembra possedere
delle virtù aperitive e digestive, utili nelle
dispepsie.
PREPARAZIONI
-
Uso interno: per uso interno si utilizza la corteccia dei rami, le foglie e il
legno.
La corteccia dei rami serve per preparare un
decotto utile per combattere le febbri intermittenti, i dolori e le febbri
reumatiche. Si prepara il decotto con 20 g di corteccia essiccata e ridotta in
piccoli frammenti per litro di acqua. Si lascia bollire per 10 minuti, si filtra
e si beve a tazze: una al mattino e l'altra alla
sera.
Le foglie servono per preparare l'infuso con
proprietà diuretiche e antireumatiche. L'infuso si fa con 20 g di foglie
secche ridotte in polvere grossolana per litro di acqua
bollente.
Si lascia riposare per 5 minuti, si beve
alla dose di una tazzina tre volte al giorno.
Con
il legno ridotto a segatura si prepara una tintura vinosa di proprietà
digestive e aperitive . Si usano 30 g per litro di vino. Si lascia a macero per
una settimana. Si filtra e si beve, dopo averla lasciata stagionare per un mese,
a bicchierini: uno dopo i pasti principali come digestivo, o prima come
aperitivo.
- Uso esterno: per uso esterno
si utilizza la tintura vinosa concentrata per lozioni detersive e cicatrizzanti
o per frizioni calmanti, nelle nevralgie. Si prepara con 250 g di segatura di
legno per litro di vino. Si lascia a macero per una
settimana.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE
La corteccia dei rami si raccoglie in
primavera, quando è più facile staccarla dai rami ed è
più attiva. Si approfitta delle potature delle siepi dei giardini e si
stacca con un coltello. Si fa seccare al sole per due giorni, si riduce quindi
in pezzi di 5-10 cm e si completa l'essiccamento all'ombra. Si conserva in
sacchetti di carta o tela. Si rinnova ogni due
anni.
Le foglie si possono raccogliere tutto
l'anno, ma è preferibile, per essere sicuri dell'attività,
raccoglierle da agosto a settembre, scartando le nuove foglie eventuali, non
coriacee. Si seccano all'ombra, disponendole in sottile strato su setacci o
graticciati, in locale ben aerato, rimuovendole frequentemente. Si conservano in
sacchetti di carta o in vasi di vetro scuro. Bisogna però stare attenti
che non si sviluppino muffe.
Il legno si può
raccoglierlo tutto l'anno; si possono utilizzare a tale scopo i rami da cui si
è tolta la corteccia. Conviene, in mancanza di attrezzi idonei, ridurlo
da fresco in scagliette con un coltello affilato, perché tale operazione
è molto più difficile sul legno secco essendo questo molto
duro.
Per ottenere direttamente segatura si
può ricorrere a qualche artigiano ebanista, ma in questo caso bisogna
essere sicuri che la segatura ottenuta provenga solo da quel tipo di legno
chiamato volgarmente martello o martellina.
Il
legno del bosso conserva a lungo le sue proprietà se conservato al riparo
dalla luce e in barattoli chiusi.
Il bosso è
una pianta a crescita lentissima; pertanto se si vuole coltivarla bisogna
partire da piante di una certa altezza, ottenibili da qualsiasi vivaista. Il
bosso ama i terreni calcarei.